somewhere,over the rainbow.

Per Eleanor quella era una mattina come tante altre, tranne che per un piccolo, insignificante (?) particolare: era in una scuola nuova, un college, e oltre a quello sfigato di Damian non conosceva ancora nessuno. La cosa, ovviamente, non le andava giù. Non sapeva dove andare, non sapeva con chi stare e quella mattina aveva avuto serie difficoltà a decidere cosa mettersi: peggio di così non poteva andare! Alla fine aveva optato per un semplice paio di pantaloni bianchi abbinati ad una camicia rosa con le maniche a sbuffo davvero corte, e aveva deciso di farsi un giro per la scuola, così, per cercare di capire in che razza di luogo fosse finita, ma soprattutto da che genere di persone era frequentato. E se fossero stati tutti sfigati, anche più di Damian? Ohddio no! Sarebbe terribile! Damian sarebbe addirittura parso una buona compagnia, se lì fossero stati tutti anche peggio di lui. Almeno, lo conosceva e sapeva cosa aspettarsi da lui! Per un momento sentì il terribile desiderio di averlo accanto a sé in quel suo primo giorno. Ma che diavolo vado a pensare? Non girerei con lui neanche morta! Dio, devo essere proprio stressata per arrivare a desiderare la sua compagnia!

Si stava ancora insultando mentalmente per aver pensato a Damian, per aver desiderato la sua compagnia, quando qualcuno le si avvicinò. Era una ragazza, ben più alta di lei ma altrettanto magra, con lunghi capelli biondo miele e grandi occhi nocciola. Era carina.
« Oh, ehm... sì, sono nuova e sì, una mano mi farebbe comodo » confessò, riluttante. Non amava mostrarsi bisognosa d'aiuto; lei era perfetta, non poteva mostrarsi bisognosa d'aiuto! Oh, fantastico: i suoi pensieri si stavano incasinando di nuovo...

La ragazza aveva un marcato accento francese, che la faceva sembrare delicata e innocua agli occhi di Eleanor. Nella sua mente la ragazza - Angélique - aveva già assunto l'identità o della bella ragazza ai margini della scena o di una delle sue amiche-seguaci, quella saggia e che dava consigli impareggiabili. In ogni caso, non sembrava costituire una minaccia. Eleanor era certa di essere migliore di lei sotto più di un aspetto, ma non lo disse né lo diede a vedere. Sapeva bene come comportarsi per ottenere ciò che voleva, e far arrabbiare gli altri - tranne Damian - non era una mossa intelligente.
Sorrise. « Eleanor Murphys. Sei francese? » chiese, riferendosi all'accento della ragazza.

Tanto quanto era forte l'orgoglio patriottico della ragazza, tanto lo era quello di Eleanor.
« Americana pura, al cento per cento! » rispose, gonfiando impercettibilmente il petto e alzando appena il mento, fiera e orgogliosa delle sue radici. Non era arroganza, o forse sì. Non avrebbe saputo dirlo, ma nemmeno le interessava. Era fiera di essere americana e non se ne vergognava neanche in minima parte.

Stava per rispondere che stava solo cercando di capire in che razza di posto fosse finita quando realizzò che la ragazza aveva detto "ma che cafona". Okay. Per Eleanor quello era un insulto bello e buono, ma le sfuggiva totalmente se fosse rivolto a sé stessa o a lei.
« Scusami? » chiese, alzando le mani come se stesse per arrendersi e piegando leggermente in avanti il busto, la testa appena girata di lato, ad esporre meglio l'orecchio sinistro.