Please take me away from here., Jamie // Kim

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santapace‚
view post Posted on 23/4/2010, 13:10







Se c'era qualcosa che odiavo erano le attività extrascolastiche. Mi costringevano a stare a scuola più del previsto. Non che questo mi dispiacesse, ma ormai avevo altri impegni sulla mia agenda. Avevo cose migliori da fare che sprecare il mio pomeriggio chiusa in quelle mura. In fondo, la situazione non sarebbe stata migliore a casa. Casa- scuola, la scuola era la mia casa: questo è uno dei difetti di dover essere "discendente dei Ruwig". Se fosse stato per me, avrei evitato questa discendenza, tanto non ci avevo guadagnato nulla di buono, nè ai miei occhi nè a quelli della mia famiglia.
Come se non bastasse, mi toccava perfino passare quel tempo sprecato in palestra. Odiavo la palestra e tutte le attività fisiche. Non ero capace, ecco. Qualsiasi cosa andava bene, la facevo volentieri con tutta la buona volontà del mondo, ma non fatemi correre! Odiavo qualsiasi cosa fosse legata all'attività fisica: la tuta da ginnastica, le scarpe da tennis, il sudore. Qualsiasi cosa. Avrei volentieri cambiato quell'ora con qualcosa di più interessante, anche un corso di botanica, se solo avessi potuto. L'educazione fisica mi era stata imposta.
Dai Kim, in fondo non è così male. E ti farà bene.
Mi farà bene? Ma stiamo scherzando? Ciò che mi faceva bene era studiare, leggere, scrivere e fare shopping. Di certo non poteva farmi bene sudare e stare in mezzo a una decina di ragazzi puzzolenti! Certe volte mi chiedevo se le persone, i miei genitori soprattutto, ci vedessero chiaro. La risposta giungeva al mio orecchio ogni giorno sempre più precisa: no.
Come se tutto ciò ancora una volta non bastasse, ero in una scuola dove nessuno si faceva male. Avevano tutti i loro poterucci cari, nessun problema. Sembrava una presa in giro solo trovarmi lì con qualcuno di loro. Io mi sbucciavo le ginocchia una volta alla settimana - già, perchè era molto raro che non cadessi - e loro, invece, correvano come delle gazzelle, perfetti. Chi invece era più goffo, magari non poteva nemmeno ferirsi. Altri addirittura si curavano le ferite in un secondo.
Era davvero straziante. Ad ogni modo, costretta o no, volente o nolente, mi trovavo in palestra. Correvo, con la mia andatura goffa cercando di riconoscere un viso familiare. Familiare, nel vero senso della parola, intendo. Mi serviva qualcuno con cui parlare. Conoscevo tutti quei visi di vista, ma non avevo nulla da dire loro.
Un quarto d'ora di corsa era troppo per i miei standar. Ero praticamente morta. Alcuni di loro - quelli speciali - non avevano neppure il fiatone.
Va bene tutto, ma non mi piaceva sentirmi strana, non mi piaceva sentirmi goffa. Decisi quindi che quel giorno,anche se mi avessero trascinata a forza sul campo da pallavolo, io non avrei più mosso un dito. Mi andai, allora, a sedere su una delle panchine, approfittandole per allacciare i lacci ribelli di una scarpa e per riprendere fiato.E poi rimasi lì, con intenzioni ben chiare. Avevo dicannove anni, non due. Non avevo bisogno che altre persone decidessero per me: io non mi sarei mossa da lì.
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;naomi.
view post Posted on 23/4/2010, 16:40




James "Jamie" Ross;
Mi prendi in giro? Io e ginnastica? nella stessa frase? NAH. Entrai insieme a Stanford e Porter,i migliori amici che abbia mai avuto in vita mia,all'interno della palesta. Li avevo conosciuti entrambi quì e ci eravamo "acchiappati" fin da subito. Porter era in pratica una versione carne ed ossa di Flash,mentre Stanford della torcia umana. Sembravano le persone più normali del mondo,ma in realtà erano di ciò che di più speciale ci fosse sulla faccia della terra. Iniziammo a correre e sotto baffi "Ford" ovvero Stanford,non toglieva più i suoi occhi di dosso a Kimberly Ruwing cosa che in effetti,se avessi avuto la faccia tosta di Ford avrei fatto anche io,era magnifica davvero. Una delle ragazze più belle che avessi mai visto in vita mia. Continuai a correre ancora per un pò,dopodichè sorridendo dissi: "No ragazzi,io ho chiuso basta."scoppiai in una risata,andando a sedermi su una delle panche dove,Kimberly si stava allacciando le scarpe.Volsi il mio sguardo a Ford,mi stava maledicendo.Ridacchiai.
"La donna che da poco mi ha fatto sua preda,o mi ami,o io abbia motivo di amarla per sempre."

Edited by ;naomi. - 23/4/2010, 21:10
 
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santapace‚
view post Posted on 23/4/2010, 17:21







James Ross. Si mise a sedere accanto a me sulla panchina, mentre io mi allacciavo le scarpe e mi dilungavo appositamente in quell'azione. Davvero non sarei mai riuscita a capire per quale motivo, nonostante ci trovassimo in un college e fossimo tutti dei ragazzi ormai adulti, c'era bisogno di imporre ancora degli oblighi come l'attività fisica. E soprattutto mi chiedevo come i professori non potessero lasciarci fare quello che più ci piaceva durante quelle stupide ore.
Ross rideva, per chissà quale stupido motivo. Non lo conoscevo, se non di vista, ma sicuramente lui conosceva me. Ad ogni modo non avevo mai avuto l'occasione di sapere se anche lui era uno di quelli strani, oppure era normale. Se fosse stato uno di quelli strani, allora forse stava ridendo di me. Qualcuno di loro era in grado di sentire i pensieri e la cosa era davvero fastidiosa. Ma sinceramente, anche se Ross stava ridendo per ciò a cui stavo pensando, la cosa non mi interessava. Buon divertimento Ross. Tanto non era nella lista dei miei preferiti, nè lui nè i suoi cari amichetti dalle sbirciatine facili. Sorrisi a quel pensiero. Se c'era una cosa buona nell'essere una Ruwig, era solo quella: essere conosciuta da tutti e sotto lo sguardo di tutti.
Osservai la signorina Mc Graw, la "professoressa in tuta" - che tra l'altro non le donava per niente. Spostava lo sguardo distrattamente su ogni studente nella palestra. Probabilmente prima o poi sarebbe arrivata da me e mi avrebbe costretta a tornare a correre. Non potevo far finta di allacciarmi le scarpe ancora molto a lungo.
Mi venne un'idea. Ma avevo bisogno di un complice.
«Ehi Ross» con queste parole cercai di attirare l'attenzione del ragazzo. «Stanco? O forse meglio dire, allegro? Cosa c'è di tanto divertente?»
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;naomi.
view post Posted on 23/4/2010, 20:15




James "Jamie" Ross;
Feci segno a Ford di smettere di guardarmi oppure avrei riso per un'altra ora,anche perchè avevo il riso facile,dopotutto ridere allungava la vita e sopratutto era divertente.Notai che la signorina Mc Graw teneva lo sguardo su di me,le feci l'occhiolino per poi stringermi nelle spalle finchè,una voce.poche parole. ed il mio respiro,perso.
Osservai Kimberly con la coda dell'occhio. "La vita lo è Ruwig,se anche tu provassi a farti una risata lo sapresti."commentai accennando un sorriso e facendo apparire la deliziosa fossetta che compariva all'angolo della mia bocca ogni volta che ero incuriosito e divertito.

"La donna che da poco mi ha fatto sua preda,o mi ami,o io abbia motivo di amarla per sempre."
 
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santapace‚
view post Posted on 24/4/2010, 15:05







Alzai un sopracciglio, meravigliata. E così, Ross si credeva spiritoso. Bè, obbiettivamente, non lo era affatto. Che ne sapeva lui di me? Che ne sapeva se io ero felice oppure no? Cosa poteva saperne delle mie risate? Okey, okey. Diciamo che in qualche momento, come quello, mi lasciavo un po' trasportare senza prendere in mano la situazione razionalmente. A volte mi era difficile tenere tra le mani le redini della situazione. Volte come quella, ad esempio, in cui tutto ciò che volevo fare era andarmene lontano da quel posto. Volte in cui avevo voglia solo di essere invisibile. Da dire è strano, soprattutto se ero io a dirlo, visto che non avrei mai veramente desiderato tornare ad essere una persona invisibile, inutile.
Nonostante quello non fosse il ruolo più piacevole in cui potessi mai trovarmi, nè quella fosse la situazione più bella in cui mi fossi mai trovata, le parole di quel Ross, che non sapeva nulla di me, erano arrivate perfettamente alle mie orecchie ma non si erano fermate ad essere semplici suoni. Tutt'altro: avevano intrapreso un viaggio, lungo ma che durò pochi secondi, fino al mio cervello e da lì dritte al centro del mio petto. Una pugnalata, insomma. Perchè? Semplicemente perchè era da tempo che nessuno mi rinfacciava il fatto che io non mi stessi più divertendo, non più come una volta. Era terribile, lo so. Ma purtroppo da un po' di tempo a quella parte avevo messo da parte il vero e proprio divertimento. Non capivo cosa mi provocava quell'apparente "infelicità" - se così si poteva chiamare - ma sapevo che c'era, che esisteva. Insomma, una risata così, pura e fellice, come quella di James pochi secondi prima, non usciva dalla mia bocca da ormai parecchio, troppo tempo.
«Oh piccolo filosofo. Teorie a parte, non credo proprio che tu stia ridendo perchè la vita è divertente. Ma comunque...» qualsiasi fosse stato il motivo, non ne ero veramente interessata. Avevo solo bisogno di attirare l'attenzione, tutto qua, più di quello che riuscivo a fare di solito senza nessuno sforzo.
«Tu non vuoi stare qui. Io neppure.»
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;naomi.
view post Posted on 25/4/2010, 12:16




James "Jamie" Ross;
Non credeva che io ridessi per la vita. Ah,se mi avesse conosciuto un pò più a fondo avrebbe saputo che io ridevo per ogni cosa,perchè ridere allungava la vita,era una cosa che mio nonno ripeteva in continuazione. Ridere era bello,ti illuminava il viso,ti lasciava la testa piena di allegri pensieri. Ti faceva sentire un pò più vivo,ed io non vedevo mai lei ridere,nè in giro per i corridoi nè per altro.In ogni caso tornai ad osservarla."Cos'hai in mente?"domandai fortemente incuriosito.
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santapace‚
view post Posted on 27/4/2010, 16:02




his head is filled with cartoons and fairy tales
Cosa ha in mente? Oh piccolo Ross, tu non hai idea di quello che Kim può avere in quella testa, di quante cose la attraversavano una dopo l'altra, una più interessante dell'altra. E tu Kim, non le riesci nemmeno a riconoscere, tanto sei impegnata con la tua presunta fama, con i tuoi presunti fan e tutto ciò che è solo presunto e non reale. Sveglia, svegliati da quel bellissimo sogno che prima o poi potrebbe trasformarsi in un orribile incubo. Ti lasci trasportare, trascinare via come un onda fa con le conchiglie. Invece dovresti aprire quegli occhi, iniziare a vedere che la vita non è una favola, non è un sogno. Inizia a capire che esiste una realtà ben diversa da quella che vedi tu, da quella che passa per la tua testa in ogni istante. Come mai non la riconosci?
Niente di che. Non avevo nulla di interessante per la testa in quel momento, in verità. Volevo solamente andarmene da quel luogo, fuggire via come il vento fa in pochi secondi e trasportare con me una foglia, anche se si chiamava James Ross, solo per avere un po' di compagnia. Mi serviva qualcuno che mi aiutasse nei miei intenti e trovare qualche appoggio non era mai stato così semplice come in quegli ultimi anni in quella scuola. Era facile, semplice, chiedevo e tutto ciò che desideravo era mio. Ma il problema era solo uno: che cosa desideravo veramente? L'avrei mai capito? Non ne ero certa, ma avrei voluto veramente saperlo. Avrei sinceramente desiderato aprire gli occhi, svegliarmi da quel sogno per quanto bello che fosse, e veder in faccia la realtà. Faccia a faccia, io e lei e basta, giusto per sapere che forma abbia, quali colori e quali dimensioni. Giusto per capire se c'era qualcosa di vero nel mio sogno o se quello era un tremendo incubo.
« Tu fingi di stare male e io chiedo di accompagnarti in infermeria » dissi a Ross scandendo bene le parole, in modo da non dovergliele ripetere una seconda volta, mentre fissavo la professoressa Mc Graw e i suoi movimenti.
 
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;naomi.
view post Posted on 2/5/2010, 14:31




James "Jamie" Ross;
Ero sempre stato un fenomeno nel fingere,ma non so se volevo farlo per quell'occasione. Osservai quella che sarebbe stata la mia compagna di finzione e sorrisi,perchè no? dopotutto lei voleva uscire e a me non costava decisamente nulla aiutarla."tre..due...uno."le feci l'occhiolino prima di accasciarmi per terra lamentando forti dolori all'addome.La professoressa Mc Graw si avvicinò a noi."Signor Ross,Signor Ross qual'è il problema?"mi lamentai ancora un pò prima di spalancare gli occhi e dire."Forti dolori all'addome,forti dolori all'addome."la Mc Graw osservò prima me,poi Kim,dopodichè disse: "Signorina William,accompagni il Signor Ross in infermeria,per oggi siete esonerati."la professoressa mi aiutò ad alzarmi ed invitò Kim a fare lo stesso per sorreggermi.
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7 replies since 23/4/2010, 13:10   413 views
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