| Era sera tarda, si cominciavano già a vedere le prime stelle; non c'era ragione perché Dien fosse all'aperto. Eppure era lì, a passeggiare nel cortile della Mystical School, senza meta e con lo sguardo perso rivolto al cielo. Le mani infilate in profondità nelle tasche del leggero cappotto chiaro, i jeans di una taglia o due più grandi, le converse all star bianche che scricchiolavano ad ogni passo, i capelli verdi e neri nascosti da una cuffia di cotone con la visiera storta, Dien camminava senza guardare dove metteva i piedi. Come sempre. E come sempre aveva le gote arrossate, una spessa fasciatura alla caviglia, invisibile sotto ai jeans ma immaginabile visto il suo passo leggermente zoppicante, e le labbra appena dischiuse. « Attento che ti entrano le mosche! », gli avrebbe detto sua madre, riportandolo alla realtà. Ma sua madre non era lì. Dien era solo, in quella scuola nuova e sconosciuta, dove la maggior parte degli studenti erano più grandi di lui. Be', non che questa fosse una novità: era sempre stato intelligente, un po' più della media, forse - anche se non era esattamente sveglio - e in alcune scuole avevano insistito per metterlo in classi superiori a quella che avrebbe dovuto frequentare. Certo, anche il fatto di aver studiato un po' ovunque aveva influito, a dimostrazione che non in tutti i paesi il livello scolastico è uguale. Però, be', trovarsi completamente solo, senza nemmeno poter tornare a casa la sera... era troppo, per Dien. |