clumsy and the moon

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view post Posted on 3/5/2010, 19:46
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xxxxxxx

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clumsy, shy & so damn cute
« Daniel Jaden Clacher; just Dien ~look at me! »
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Era sera tarda, si cominciavano già a vedere le prime stelle; non c'era ragione perché Dien fosse all'aperto. Eppure era lì, a passeggiare nel cortile della Mystical School, senza meta e con lo sguardo perso rivolto al cielo. Le mani infilate in profondità nelle tasche del leggero cappotto chiaro, i jeans di una taglia o due più grandi, le converse all star bianche che scricchiolavano ad ogni passo, i capelli verdi e neri nascosti da una cuffia di cotone con la visiera storta, Dien camminava senza guardare dove metteva i piedi. Come sempre. E come sempre aveva le gote arrossate, una spessa fasciatura alla caviglia, invisibile sotto ai jeans ma immaginabile visto il suo passo leggermente zoppicante, e le labbra appena dischiuse.
« Attento che ti entrano le mosche! », gli avrebbe detto sua madre, riportandolo alla realtà. Ma sua madre non era lì. Dien era solo, in quella scuola nuova e sconosciuta, dove la maggior parte degli studenti erano più grandi di lui. Be', non che questa fosse una novità: era sempre stato intelligente, un po' più della media, forse - anche se non era esattamente sveglio - e in alcune scuole avevano insistito per metterlo in classi superiori a quella che avrebbe dovuto frequentare. Certo, anche il fatto di aver studiato un po' ovunque aveva influito, a dimostrazione che non in tutti i paesi il livello scolastico è uguale. Però, be', trovarsi completamente solo, senza nemmeno poter tornare a casa la sera... era troppo, per Dien.
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mari‚
view post Posted on 3/5/2010, 20:30







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni. Era tardi, avevo appena finito un'altra serata di poker nel resto dell'Irish Pub e stavo ritornando al dormitorio.
Mi ero un poco allungata la strada passando per i giardini. Ormai era notte inoltrata, non c'era nessuno in quel luogo a quest'ora ed io lo amavo proprio per questo. Mi fermai in mezzo al prato ad ascoltare il soffio leggero del vento, sentivo la sua voce sussurrarmi all'orecchio e mi lasciai cullare dal silenzio che mi circondava. Alzai per un breve momento gli occhi al cielo e mi immersi completamente nella suggestiva visione di quel cielo pieno di stelle luminose.
Mi lasciai cadere a terra, mi sdraiai sul prato umido di rugiada e lasciai che il vento mi accarezzasse il viso come se fosse uno dei sottili fili d'erba che si piegavano al suo passaggio.
Chiusi di nuovo gli occhi, mi sentii perfettamente a mio agio, come se avessi trovato il mio posto in questo mondo e mi chiesi quasi con timore quando avevo iniziato a stare così bene da sola.
Mi venne voglia di urlare, di prendere a pugni qualcosa e di rimproverarmi per questo ma dalla mia bocca non uscì alcun suono. Rimasi semplicemente ad ascoltare la voce del vento e quel rumore di passi senza poterlo dire a nessuno.
Un momento, pensai, qualcuno stava camminando poco distante da me, a quanto pare non ero l'unica che aveva voglia di farsi una passeggiata notturna in giardino, ma chi era?


La solitudine è ascoltare il vento e
non poterlo raccontare a nessuno.


 
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view post Posted on 3/5/2010, 20:51
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Chiunque conosca Dien scommetterebbe sulle sue cadute: o inciampava, o semplicemente cadeva, ma capitava sempre, immancabilmente. Succedeva quando Dien faceva attenzione alle sue mosse e capitava quando non guardava dove metteva i piedi. Sempre, a volte per una ragione e altre per semplice sfortuna... o goffaggine. In ogni caso, Dien finiva faccia a terra almeno sei volte al giorno, procurandosi una serie di lividi tutt'altro che belli a vedersi - fortuna che di solito erano in parti nascoste del corpo: i gomiti, le ginocchia, la schiena, il sedere... senza contare che le sue mani erano sempre piene di graffi e arrossamenti dovuti a queste sue cadute.
Quella sera non era messo così male: niente ematomi evidenti, solo una caviglia dolorante e i palmi delle mani che pulsavano, oltre alle ginocchia sbucciate malamente. Almeno però non si vedeva. Era una bella cosa: per una volta forse sembrava un ragazzo normale e non un imbranato totale.
Proprio mentre questi pensieri gli attraversavano la mente, un sasso appena più grosso degli altri gli fece perdere l'equilibrio, facendolo rovinare a terra. Non aveva fatto in tempo a togliere le mani dalle tasche e frenare la caduta, finendo steso sul prato, la faccia schiacciata contro il terreno e un dolore pulsante alla fronte.
« Ahia... » si lamentò, sicuro che tanto nessuno l'avrebbe sentito: di notte nessuno si aggirava per il cortile, no? Così, magari, per una volta si era evitato la figuraccia.
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mari‚
view post Posted on 4/5/2010, 14:32







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Me ne stavo sdraiata sull'erba umida, ad occhi chiusi e c'era talmente tanto silenzio che riuscivo a sentire in lontananza il flebile rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
E poi improvvisamente, nella vuota notte priva di qualsiasi rumore, udii qualcosa di molto simile ad un tonfo. Sbarrai gli occhi e rimasi ferma ad ascoltare, pensai quasi di essermelo immaginato, che quel rumore altro non era che frutto della mia mente, ma poi sentii una voce, per essere precisi era qualcuno che si stava lamentando.
Mi alzai di scatto e mi guardati con attenzione intorno alla ricerca del punto esatto da cui provenivano i lamenti che avevo udito qualche attimo prima. Non riuscivo a mettere a fuoco quello che vedevo, c'era troppo buio nel giardino, eppure osservando con attenzione notai un'ombra non molto lontano da me. Decisi che mi sembrava abbastanza innocuo da una certa distanza, così mi avvicinai lentamente per vedere chi era quella persona.
Ero a pochi passi quando notai che l'intruso era un ragazzo, all'incirca della mia età e quasi sicuramente uno studente del college che io non avevo mai notato, probabilmente era una matricola come me, che si stava tirando su dopo essere inciampato su uno dei sassi sparsi per il prato.
Lo osservai incuriosità e mi diede subito l'impressione che la caduta doveva essere stata piuttosto dolorosa:
« Ehi, ti sei fatto male? » domandai con gentilezza.
Poi decisi che non sarebbe stato molto gentile lasciarlo lì e andarmente, così mi avvicinai ancora di più porgendogli la mano per aiutarlo e quando si accorse della mia presenza sembrava decisamente sorpreso.


La solitudine è ascoltare il vento e
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view post Posted on 4/5/2010, 23:48
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Classico. Figurarsi se la fortuna poteva essere dalla sua parte, almeno per una volta! Non solo era caduto picchiando la fronte un po' troppo forte - sicuramente domattina avrò un gran brutto mal di testa, si disse - no! Dovevano pure esserci testimoni!
Dopo essersi rialzato ed essersi portato una mano dalle dita piene di cerotti colorati alla fronte, massaggiandosela con delicatezza, si accorse della presenza troppo vicina di una ragazza, che gli stava pure parlando. L'aveva visto cadere, l'aveva visto a terra e ora gli parlava pure! Oh, Dio, quanto avrebbe voluto sparire sotto terra!
Purtroppo non era una cosa fattibile, e Dien lo sapeva bene. Gli toccava rispondere, se non altro per educazione - o per dimostrare di non essersi procurato danni irreversibili al cervello, come di sicuro sarebbe sembrato se non avesse detto nulla.
« N-No » balbettò, la voce tanto bassa da risultare appena udibile.
Aveva le gote in fiamme; anche solo un monosillabo gli era costato una fatica immane, e ancora non aveva osato posare gli occhi sul viso della ragazza che gli si era avvicinata. Le guardava i piedi.
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mari‚
view post Posted on 5/5/2010, 19:05







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Mi sembrava di aver udito una risposta da parte sua ma non ne ero davvero sicura, più che una risposta vera e propria dalla sua bocca non era uscito che un lieve e appena udibile sussurro, un filo di voce appena accennato.
Mi avvicinai lentamente e cercai di capire come stava, ma non mi riusciva per niente facile a causa del buio totale che c’era nel giardino e del fatto che quel ragazzo sembrava non riuscire neppure a guardarmi negli occhi.
Mi fece tenerezza. Non l’avevo mai visto da queste parti, probabilmente era arrivato da poco alla Mystical School, oppure era come me, un puntino praticamente invisibile in mezzo alla folla, una di quelle persone che fanno di tutto per non farsi notare.
Pensai che forse dovevo andarmene, magari era in imbarazzo per essere caduto e non voleva avere nessuno tra i piedi, ma mi dispiaceva lasciarlo da solo e poi non sembrava stare davvero bene, anche se aveva l'aria di uno che cade spesso e quindi è abituato a prendere colpi dovunque.
No, non sarebbe stato da me andarmene e lasciarlo lì da solo, quindi decisi di avvicinarmi ancora un po' a lui e porgergli la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Non sembrava per niente convinto di volere il mio aiuto.
« Dai, ti dò una mano a rialzarti. »


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view post Posted on 7/5/2010, 23:29
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La ragazza non accennava ad andarsene e, anzi, gli aveva offerto aiuto per rialzarsi. Ma perché non poteva semplicemente lasciarlo lì, da solo, a bruciare nell'imbarazzo? No! Doveva aiutarlo, alimentare le fiamme che già lo divoravano dall'interno! Oooooh...
Comunque, rifiutare l'aiuto della ragazza sarebbe stato troppo scortese, e Dien era tutto fuorché maleducato. Con la voce che tremava leggermente e le sillabe che faticavano ad uscire, biascicò un « G-grazie... » prima di allungare una mano e afferrare quella che la ragazza gli tendeva.
Aveva alzato lo sguardo fino a fissarle la vita. Wow. Un record.
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SPOILER (click to view)
Scusa, non sapevo che rispondere >____<''
 
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mari‚
view post Posted on 8/5/2010, 09:57







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Pensai che era piuttosto strano quel ragazzo, era la prima volta che mi capitava di incontrare una persona così timida, sembrava quasi completamente incapace di guardare una persona negli occhi.
Non mordo mica, pensai scuotendo la testa. Mi allontanai appena, non volevo sembrare invadente e di sicuro era già imbarazzato per essere caduto a terra, di certo non era mia intenzione farlo sentire ancora più a disagio di quanto non fosse già. Feci finta di niente e mi soffermai a guardare il cielo ammirando la luna piena e le migliaia di stelle che brillavano nella notte, trovavo che fosse uno spettacolo molto suggestivo e per qualche secondo lasciai vagare la mia mente e mi persi tra i pensieri rimanendo assorta da quello spettacolo di luci e oscrità così affascinante.
Poi finalmente riuscii a sentire un grazie appena sussurrato con un filo di voce, niente di speciale ma almeno era riuscito a rispondermi. Allungò la mano per prendere la mia e lo aiutai ad alzarsi in piedi cercando di capire se si era fatto male; notai che non sembrava messo male, nessuna ferita profonda o altro e non era particolarmente preoccupato della cosa, mi diede l'impressione di essere uno abituato a cadere e a farsi male in continuazione.
« Sembra tutto a posto. Comunque piacere, io sono Sam. »


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view post Posted on 12/5/2010, 21:51
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Ecco ancora quell'orribile sensazione di bruciare dall'interno, come se qualcuno gli avesse sostituito il sangue delle vene in acido puro e non diluito, che ora gli infiammava le gote senza pietà. Sapeva di aver assunto un tremendo color peperone, ma non poteva farci nulla. Era timido e impacciato, e il fatto che quella che si trovava di fronte fosse una ragazza carina di certo non aiutava. Certo, a lui piacevano le ragazze come i ragazzi, ma non era mai nemmeno arrivato a scambiarsi un saluto con un'altra persona senza arrossire violentemente, figurarsi intavolare una discussione - e per lui presentarsi era già una conversazione impegnata - o andare addirittura oltre.
Comunque, l'educazione imponeva una risposta, e Dien era stato educato fin troppo bene: « D-Daniel, ma... preferisco... preferisco essere chiamato Dien » si presentò. Dio, che fatica mettere assieme quelle quattro parole e soprattutto riuscire a pronunciarle.
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mari‚
view post Posted on 18/5/2010, 13:11







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
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Pensai che aveva un bel nome, era particolare che volesse farsi chiamare Dien, e non potei fare a meno di chiedermi perchè. E poi mi faceva davvero tenerezza, non avevo mai incontrato una persona più timida e impacciata di lui, sembrava proprio essere a disagio anche solo all'idea di guardare in faccia un'altra persona.
Feci finta di niente, avrei voluto dirgli che non l'avrei mica morso ma non mi sembrava il caso, mi sembrava già in imbarazzo così, figuriamoci se ci aggiungevo il mio umorismo maturato con anni di intensa solitudine. Gli lanciai un'occhiata furtiva, controllai che non avesse veramente nessuna ferita in seguito alla caduta e poi alzai gli occhi sul manto stellato della notte e mi lasciai avvolgere dal silenzio.
Mi piaceva così tanto che a quest'ora non ci fosse nessuno nel giardino della scuola, potevo semplicemente godermi la solitudine, o quasi. Dien non sembrava proprio il tipo di persona che adora la compagnia e in questo decisamente era affine al mio carattere.
« Mi sembri un po' instabile, se vuoi ti tengo compagnia finché non ti riprendi un poco. » proposi esitante, sperando di non farlo scappare a gambe legate.


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view post Posted on 31/5/2010, 13:31
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Ohddio! Le sembro instabile? Che intende? Pensa che io sia pazzo? O ha paura che cada di nuovo? No, decisamente Dien non era capace di stare in compagnia, né tantomeno di capire al primo colpo ciò che gli altri volevano dire. L'essere così timido e, diciamocelo, anche piuttosto imbalsamato, portava sovente a fraintendimenti ed equivoci grossolani, che immancabilmente lo mettevano ancora più in imbarazzo e gli rendevano immensamente più difficile relazionarsi con gli altri. Un circolo vizioso senza fine, insomma. Comunque, la ragazza non sembrava pericolosa e anzi si era offerta di fargli compagnia... quindi anche se lo riteneva pazzo o totalmente incapace di restare in piedi senza finire a baciare la terra ogni due passi non importava, perché almeno per il momento sembrava riuscire a sopportare lui e la sua timidezza estrema. Sì, ma se restava con lui che cosa avrebbero potuto fare, che lui non riusciva a formulare una frase sensata senza impappinarsi? Starsene lì seduti in silenzio a fissare il cielo? Be', sì, poteva essere un'idea in effetti...
« O-okay... » acconsentì, mentre la sua mente era ancora in piena battaglia.
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mari‚
view post Posted on 31/5/2010, 21:12







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Dopo aver udito le mie parole Dien mi guardò come se lo avessi appena insultato. Mi sentii leggermente in colpa, forse potevo anche essere fraintesa, ma non volevo certo dirgli che era pazzo o qualcosa del genere, ero solo preoccupata perchè mi sembrava in difficoltà e poi aveva fatto una bella caduta e non ero del tutto convinta che stesse bene. Purtroppo parlava a monosillabi, quando ero fortunata, quindi non ero convinta che riuscissimo a capirci del tutto, quindi feci semplicemente finta di niente, gli sorrisi e mi sedetti sull'erba umida accanto a lui e presi a guardare nella stessa direzione in cui erano puntati i suoi occhi, ovvero il cielo stellato.
Era una notte molto bella, c'era un leggero venticello che proveniva dal mare e non c'era nessuno in giro, il silenzio era rilassante, quasi paradisiaco, anche se un muro di mattoni sarebbe stato più di compagnia di quel ragazzo. Feci una risatina e pensai che mi faceva una grande tenerezza, sembrava un tipo molto dolce e riservato, doveva avere dei seri problemi a relazionarsi con le persone. Lo guardai con la coda dell'occhio e non mi fu difficile capire che faceva di tutto per non incrociare il mio sguardo, forse gli facevo paura.
« Ti spavento? » domandai in un sussurro pentendomi subito di aver parlato, probabilmente con un tipo del genere non era la mossa giusta chiedere una cosa del genere.


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Edited by emme` - 23/6/2010, 07:49
 
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view post Posted on 13/6/2010, 21:18
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Le parole della ragazza gli costarono un sussulto, non tanto per il contenuto quanto piuttosto perché non si aspettava di essere nuovamente interpellato. Le rivolse uno sguardo disperato prima di rispondere balbettando pietosamente.
« N-no... cioé, n-non sei tu. È-è che... h-ho seri problemi a parlare, con tutti... » arrossì violentemente e portò lo sguardo sui suoi piedi. Diamine, ma perché faceva fatica anche solo a guardarla? Era davvero possibile essere così timidi? O magari non era timidezza, era qualcosa di peggio, qualche disturbo psichico che non sapeva di avere...
Sono pazzo! Il pensiero lo colpì inatteso come uno schiaffo, tanto che levò di colpo la testa e fissò lo sguardo davanti a sé, confuso. Possibile che fosse vero?
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mari‚
view post Posted on 23/6/2010, 07:22







Samantha Night

Talvolta, la menzogna dice meglio della verità
ciò che avviene nell'anima.


Mi faceva davvero tenerezza, non avevo mai conosciuto una persona così tanto timida e mi resi conto che sicuramente con il mio modo di fare non avevo fatto altro che rendere la situazione ancora più imbarazzante per lui.
Quando gli chiesi se per caso lo stavo spaventando si voltò verso di me con gli occhi spalancati e un'espressione strana, come se non si aspettasse che io gli rivolgessi la parola e non potei fare a meno di chiedermi se per caso non avrebbe preferito che me ne andassi. Mi disse che non era colpa mia, ma che aveva seri problemi a parlare con tutti, insomma probabilmente in quanto a relazioni sociali era anche più negato di me. Rimasi in silenzio per qualche minuto, seduta sull'erba umida a guardare il cielo e a pensare; poi gettai una veloce occhiata al ragazzo timido e mi accorsi che pareva quasi ipnotizzato: stava del tutto immobile con la testa alzata e lo sguardo fisso davanti a sé e pareva essere carico di confusione.
« Va tutto bene Dien? Hai l'aria di uno che pensa di essere pazzo. » domandai a voce bassa senza stare a fissarlo con troppa insistenza, per evitare di metterlo ancora più a disagio di quanto non fosse.


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13 replies since 3/5/2010, 19:46   402 views
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