you caught me off guard

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cigarette'
view post Posted on 2/6/2010, 13:58




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Mi ero svegliata nel più peggiore dei modi. La sveglia non era suonata, e così ho dovuto fare tutto di fretta, senza nemmeno guardarmi allo specchio e cercare di dare una sistema al disastro di ragazza che ero.
Arrivai in ritardo alla lezione di letteratura e la professoressa mi lanciò uno sguardo accusatorio, senza nemmeno darmi il tempo di spiegare. Camminai a testa bassa, avvampando per l'imbarazzo, fino ad arrivare al mio solito banco, solo ed in fondo alla classe. Non potevo certo lamentarmi. Aspettai con impazienza il suono della campanella e sgattaiolai nel bagno delle ragazze, cercando di non dare troppo nell’occhio. Da quando mi preoccupo di apparire bella agli occhi della gente? Praticamente mai, rispose una vocina nella mia testa. Stamattina però avevo il disperato bisogno di rifarmi il trucco, non sapendo di preciso il perchè. Mi guardai attorno, poi entrai nel bagno della scuola, elegante e pulito. Le mattonelle erano di un color crema, i lavandini fatti in marmo risplendevano in quella spaziosa stanza. Decine di asciugamani erano appoggiati su bianchi vassoi e grossi specchi erano appesi al muro.
Mancava ancora un quarto d’ora all’inizio della lezione successiva, così presi dallo zaino una pochette bianca come la neve, ed estrassi qualche trucco. Applicai il fondotinta per cercare di nascondere le occhiaie che, in questi ultimi giorni, erano una caratteristica del mio viso. Mi guardai allo specchio, cercando di notare qualche altra imperfezione. Niente di così drastico, pensai. Il peggio era passato.
Presi un rossetto rosso fuoco, e dipinsi le labbra, che a poco a poco ripresero vita e colore, tralasciando una piccola crosta che si era formata sul labbro superiore.

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santapace‚
view post Posted on 2/6/2010, 14:20




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» Hreeu Gage Foster ~ human
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Una mattina come un'altra. Era appena entrato a scuola con un'ora di ritardo, come suo solito, e già desiderava che arrivasse il più presto possibile il termine delle lezioni. Non che avesse chissà quali programmi, ma non sopportava l'idea di dover rimaner chiuso dentro quell'edificio così a lungo. Passeggiava per i corridoi quando Josh lo fermò con una delle sue battute idiote riguardo al suo aspetto. Probabilmente i suoi capelli erano più spettinati del solito, ma lui riteneva che questo gli donasse un aspetto più interessante.
«Allora amico, dì un po', te la sei spassata ieri sera, eh?» scherzò l'amico, ma Hreeu non era proprio in vena.
«A-ah. Hey, la vedi quella laggiù?» disse indicando una ragazza che in realtà non conosceva e che camminava spedita verso il bagno delle ragazze. «Ho da fare» concluse con una pacca sulla spalla del ragazzo.
Si mise a seguire, senza farsi tanti scrupoli, la ragazza, anche se sapeva che probabilmente la sua meta era proprio bagno delle ragazze. Ed infatti, pochi secondi dopo sparì là dentro.
Hreeu rimase qualche minuto appoggiato alla parete affianco alla porta del bagno delle ragazze, con una gamba piegata e il piede appoggiato al muro. Poi, con fare indifferente, ci si intrufolò sperando di non incontrare troppa gente lì dentro. Ma c'era solo lei, la ragazza dai lunghi capelli color cioccolato.
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cigarette'
view post Posted on 2/6/2010, 15:16




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Più mi guardavo allo specchio, più rimanevo stupita di me stessa. Non riuscivo davvero a capire perché mi importasse così tanto essere decente, oggi.
Riposi il rossetto e il fondotinta nella bianca pochette, ed estrassi il mascara color azzurro per rendere più voluminose le sopracciglia e cercare di valorizzare gli occhi. L’opera era quasi completa, mancava solo un po’ di ombretto e il gioco era fatto.
Stavo per riporre tutto a posto, quando qualcuno aprì la porta del bagno. Mi aspettavo di trovare qualche compagna di classe - anzi, le snob, davanti al mio banco - ma invece si materializzò un giovane dall'aspetto misterioso e affascinante. Arrossii violentemente, senza riuscir ad aprire bocca. Era bello, e certo non si poteva dire che aveva l'aria da dannato, ma c'era qualcosa che catturava la mia attenzione. Non capivo cosa, però. Ero decisamente a disagio, e il suo silenzio non mi aiutava.
Perchè mi stava fissando? Borbottai qualcosa di incomprensibile, cercando di richiudere la pochette, ma - come avevo previsto, data la mia immensa fortuna - mi cadde tutto sul pavimento. Ero come paralizzata, fino a quando furono le parole ad uscire dalla bocca.
«Non si aiutano le signore?» domandai al giovane bello e dannato, senza neanche rendermene conto.

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santapace‚
view post Posted on 2/6/2010, 16:49




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» Hreeu Gage Foster ~ human
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Osservò la ragazza e cercò di capire che cosa stesse borbottando, ma non ci riuscì. Ciò nonostante si fece sfuggire un sorrisino, soddisfatto dell'effetto che aveva su ragazze come quella. Stranamente la ragazza non si era preoccupata del fatto che lui fosse un uomo e che quello era il bagno delle signore. Ma ad ogni modo, Hreeu, proprio in quel momento, capì per quale motivo era in quel luogo: bastava fare due conti... la noia e la scuola non facevano per lui. In fondo non era la prima volta che saltava la scuola per spassarsela. E aveva trovato perfino la sua preda.
Il rumore di piccoli oggetti caduti sul pavimento, lo portò via dai suoi pensieri in un attimo e, prima che la ragazza lo invitasse ad aiutarlo, si era già precipitato a raccogliere gli aggeggi e a riporli nel contenitore bianco, per poi stamparsi ancora quell'irritante sorrisino sul volto, rimettendosi in piedi.
«Dunque, dunque, dunque. Cos'abbiamo qui?» disse, facendosi passare tra due dita una ciocca dei capelli scuri della ragazza. Gli pareva di aver già visto quel volto qualche volta, ma di certo non le aveva mai parlato prima. Beh, questo rendeva le cose più interessanti.
«Una matricola?».
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cigarette'
view post Posted on 2/6/2010, 20:16




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Ancor prima di chiedere aiuto a quel ragazzo, lui aveva già raccolto tutti i trucchi e li aveva riposti nella pochette bianca, porgendomela con un sorriso malizioso.
Se non altro era stato gentile, pensai. Stavo quasi per ringraziarlo, quando mi prese una ciocca dei miei capelli, giochicchiandoci. Cosa pensava di fare? Ovviamente si era fatto un’idea piuttosto sbagliata su di me perché non ero assolutamente quel genere di ragazza, e non lo sarei mai stata. Nossignore. Non mi sarei mai abbassata a certi livelli, nonostante fosse un bel ragazzo. Questo non l'avevo messo in dubbio. Provavo una forte attrazione, specialmente quando iniziò a parlare - che voce - ma cercai di non darlo a vedere.
«Non ti hanno detto che non si chiede mai l'età alle signore?» chiesi, sorridendo. Certe frasi mi uscivano dalla bocca senza nemmeno pensarci, non avevo mai fatto un vero e proprio discorso ad un ragazzo, ma con lui, in qualche modo, era diverso.
Mi appoggiai al lavandino, evitando di bagnare la gonna che avevo comprato l'altro giorno. Mi era subito piaciuta, e dopo averla provata, ero convinta che mi stesse bene. Chissà se anche lui, sta pensando alla stessa cosa.
Rain Black, ma cosa diavolo ti sta succedendo?
Non lo sapevo nemmeno io, ma ero pronta a scoprilo. Forse, forse.
«Si può sapere che ci fai nel bagno delle donne?» domandai un pò troppo tardi, girandomi verso lo specchio. E vedendo il suo pallido viso, riflesso accanto al mio.

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santapace‚
view post Posted on 4/6/2010, 12:40




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Una scusa come un'altra, parole senza fondamenta ed era lì. Ogni cosa doveva avere una spiegazione? Per lui no, non ce n'era bisogno. C'erano tante cose al mondo che ancora non riuscivano a spiegarsi, eppure sapevano, chi con un mezzo chi con un altro, che un giorno lo avrebbero spiegato. Non significava che non c'era qualcosa dietro, che non esistesse o che fosse un miracolo. Semplicemente non c'erano ancora le parole per spiegarlo. Tante cose non si potevano ancora spiegare, eppure esistevano. Ebbene, per quale motivo Hreeu avrebbe dovuto trovare una spiegazione ad ogni cosa?
Era nel bagno delle donne, ma non c'era bisogno di spiegare il perchè. Come non c'era bisogno nemmeno di chiedersi che cazzo avesse per la mente quel ragazzo, così stupido da non accontentarsi mai della normalità. Ma era davvero così tanto stupido? Era davvero meglio accontentarsi della normalità, piuttosto che avere una vita diversa? Che male c'era nel voler essere diversi? Che male c'era nel tragredire le regole, se lo faceva per non lasciare che la normalità lo annoiasse? Se si guardano le cose in questo modo, non c'è più bisogno di spiegazioni. Tutto diventa lecito, tutto, anche quello che non lo è.
«Non le ho chiesto l'età, madame. Sono stato una matricola per due anni. In questi casi non c'entra l'età, dolcezza».
Disse sfaccitamente, non considerando l'ipotesi di poter offendere quella sconosciuta solo con poche parole. In fondo chiunque avrebbe dovuto imparare che Hreeu non sapeva quello che diceva, ma sapeva bene perchè lo diceva.
Incrociò le braccia al petto, osservando la figura della ragazza muoversi ed appoggiarsi al lavandino.
«Mh? Cosa ci faccio nel bagno delle donne? Cerco una via di fuga dalla noia di questa scuola».
Getta la maschera, Hreeu. In realtà sei solo una stupida anima in cerca di felicità, come tutte le altre, d'altronde. Non sei diverso, non lo sarai mai.
«E probabilmente anche tu» disse, infine, sollevando il mento verso di lei.
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cigarette'
view post Posted on 4/6/2010, 17:31




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Non riuscivo a credere a quello che stavo facendo, non ero in me, ne ero certa. Non parlavo quasi mai con nessuno, ma non era nemmeno questo il punto. Il fatto era che stavo bene, come se fossi spensierata. E potrei giurare di non esserlo mai stata, no. Sempre rigida, fredda, severa.
Ora, nel bagno, con quello sconosciuto, ero una persona totalmente diversa. Per caso aveva il potere di manipolare le mie emozioni? Forse sì, forse ero solo io ad essere diventata matta tutta in un solo colpo. Oh mamma mia, quanti problemi. Poteva anche essere che per una volta volevo semplicemente sentirmi viva ed essere – per quanto difficile poteva risultare – spontanea, no? No. Non lo sapevo.
Scacciai via ogni pensiero stupido ed insensato e mi voltai verso il ragazzo che stava iniziando a parlare.
«Forse è perchè non voglio dirti nulla di me» risposi alla sua provocazione, questa volta anche un pò offesa. Era talmente sfacciato da farmi venire il nervoso, ma avvampai ancora una volta. Mi coprii il viso, facendo finta di accarezzare le gote rossastre. Basta, per favore. Smettila di farmi sentire così, mi scombussoli la mente disse quella vocina nella mia mente, oh coscienza.
«Potevi anche non venire, se sei così tanto annoiato, sai?»
Eppure c'era qualcosa nel suo sguardo da farmi pensare che stesse male. Cosa potevo fare per renderlo felice? Lo guardai, sorridendo, facendogli capire - in un modo abbastanza contorto, visto che non lo conoscevo affatto - che poteva contare su di me, per qualsiasi cosa. Ero fatta così, mi sentivo male io, se non aiutavo gli altri.
«Come, prego?»
Sì, sì ti prego. Fammi sentire viva anche solo per qualche minuto. Non l'ho mai fatto in vita mia.
La voce nella mia testa continuava a parlare, senza smettere, e non trovavo nessun interruttore per poterla spegnere. Cosa le saltava in mente? Ripensai a quello che mi aveva detto, e forse aveva ragione, forse avrei dovuto fare qualcosa per rendere la mia vita un pò meno schifosa.

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santapace‚
view post Posted on 4/6/2010, 20:40




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Chi avrebbe mai pensato che lui fosse portato per comprendere i veri sentimenti, anche quelli più nascosti, in sconosciuti. Eppure, ultimamente gli stava succedendo spesso. Sparava stronzate, che poi tanto stronzate non erano. Alla fine si rivelavano verità e lui si sentiva stranamente soddisfatto. Come faceva? La risposta è... non faceva. Perchè a lui non interessava nulla di quella sconosciuta, ma quando si rese conto che dietro a quella sua sicurezza c'era della fragilità, iniziò ad incuriosirsi.
A lui piacevano le persone complessate, anche se a volte poteva risultare noioso, ma le novità non lo erano mai.
E in quel momento, la novità tra le sue mani era come un giocattolo nuovo nelle mani di un bambino. E la sconosciuta era la sua marionetta nuova, che poteva muovere come voleva con delle semplici parole. E lui iniziava a divertirsi.
«Sì, è così. Hai voglia di cambiare, di svagarti. Ma non puoi farlo perchè non è da te. Ma insomma... se nessuno lo venisse a sapere?» disse semplicemente anche se in realtà non era poi così certo di avere ragione.
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cigarette'
view post Posted on 4/6/2010, 22:23




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Non si poteva certo dire che ero una ragazza espansiva e irresponsabile, ma le sue parole riuscirono a ferirmi. Sentii uno squarcio, proprio in mezzo al petto, una voragine di dolore che mi stava sommergendo.
Non era colpa sua, solo mia. In quell'istante mi resi conto di quanto fosse patetica la mia vita. Non facevo nulla, se non stare a casa e guardare film romantici, bevendo quintali di cioccolata calda, senza ingrassare di un chilo. Era davvero così che avrei voluto vivere, per i prossimi anni? No, era giunto il momento di darci un taglio. Un taglio netto a tutto quanto, anche se non era così semplice. Probabilmente avrei iniziato dalle piccole cose, come..saltare la scuola?
Adesso non esageriamo, pensai.
Mi voltai verso il ragazzo, piana d'odio, di confusione, di amarezza.
«Non sarai certo tu a dirmi quello che devo o non devo fare. E se qualcuno venisse a sapere di quello che faccio, non me ne importerebbe assolutamente niente.» dissi, fiera di me stessa. Al diavolo tutto, compreso lui.
«Non ho niente da perdere, e tu?» lo guardai, ammiccando, con fare di sfida. Ora sapevo quello che avrei fatto.

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santapace‚
view post Posted on 5/6/2010, 13:01




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Che cosa provava Hreeu quando gli veniva lanciata una sfida? Semplicamente, l'adrenalina gli cominciava a scorrere nelle vene e non si sarebbe fermata fino a quando non avrebbe vinto. Per di più, quella non era solo una sfida, ma in aggiunta c'era la sua amata trasgressione delle regole. Insomma, il mondo era noioso solamente perchè tutti erano obbligati a seguire le stesse regole e gli stessi principi. Altrimenti non sarebeb stato così, ne era certo. Tutto sarebbe stato più divertente. Ma sembrava che non ci fosse nessuno in grado di arrivarci e così tutti continuavano a seguire le regole, a vivere in una routine e ad essere sempre uguali giorno dopo giorno.
Lui, come qualsiasi altro giovane con ben poco per la testa, era convinto che le sue idee potessero cambiare il mondo in meglio. Ma sapeva - e forse la cosa dovrebbe anche consolarci - che quelle idee sarebbero rimaste solo nella sua testa, perchè al mondo non ci sarebbe mai stato nessuno disposto ad ascoltarlo. Forse qualcuno c'era, però. Lui stesso. Se non seguiva proprio lui le sue idee, come poteva pretendere che gli altri lo facessero? Ed era per quel motivo, oltre alle gradevoli sensazioni che si provavano a fare ciò che non si dovrebbe fare, che lui desiderava trasgredire le regole.
«Scherzi?!» esclamò soddisfatto. Non avrebbe rifiutato per nulla al mondo. C'erano volte che era impossibile non seguire la propria testa. E quella era una di quelle che volte che, se non faceva ciò che voleva, non avrebbe fatto nient'altro. Non sarebbe rimasto in quella scuola, in quella noia, in quella routine. Solo perchè era suo dovere frequentare i corsi, non significava che lui dovesse farlo ogni volta. E dopo tutto, ormai era responsabile di se stesso.
La nuova ora scolastica era appena iniziata e tutti i ragazzi sarebbero entrati nelle aule in qualche minuto. Loro sarebbero sgattaiolati fuori da lì e fuggiti dalla noia. Era una bella prospettiva, no? Anche se non era sicuro che quella sconosciuta sarebbe stata un'ottima compagnia.
Le fece cenno col capo di uscire da quel luogo e due secondi dopo si ritrovarono sul corridoio a pochi passi dalla libertà. E che importava se qualcuno li avesse visti? Non avevano niente da perdere, o no?
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apriamo fuori dalla scuola?
 
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cigarette'
view post Posted on 5/6/2010, 13:56




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Non avevo niente da perdere, e per una volta nella vita avrei fatto quello che mi sembrava la cosa più sbagliata al mondo.
Vivere, fregandomene delle regole e di chi mi stava intorno. Avevo comunque dei dubbi, perché il ragazzo non mi sembrava un tipo ordinario, ma avevo deciso di lanciarmi e scappare dalla solita e noiosa routine. Al diavolo i soldi dei miei genitori, di tutte le case che mi avevano comprato, di tutte le regole che mi avevano imposto fin dalla tenera età. Ora era giunto il mio momento, e volevo a tutti i costi sentire l’adrenalina scorrere come ghiaccio nelle vene. Mi sarei divertita, cercando di essere meno noiosa possibile, ci tenevo ad essere ricordata come una ragazza felice, solare e con il senso dell’umorismo. Volevo anche stupire il ragazzo - che mi aveva appena fatto un cenno per uscire dal bagno e scappare insieme - e pochi minuti dopo mi trovavo accanto a lui, nel corridoio della scuola. La campanella era appena suonata, e tutti gli studenti stavano ritornando in classe con vari libri fra le mani. Mi diressi verso l’armadietto e presi dallo zaino il portafoglio stracolmo di banconote – chissà, magari avrei fatto spese folli con quello lì.
«Allora, dove si va?» Eppure avevo voglia di andare in spiaggia, o forse no. L’importante era divertirsi no? Non mi sarei certo fatta sfuggire l'occasione. Non questa volta.
Mentre camminavamo, in cerca dell'uscita, mi resi conto che non avevo la minima idea di come si chiamasse il ragazzo.
Scostai una ciocca di capelli che stava coprendomi il viso e dalla borsa tirai fuori il mio amato paio di ray ban wayfarer, ormai ero libera.

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santapace‚
view post Posted on 5/6/2010, 14:27




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Camminava per il corridoio insieme a quella sconosciuta, come se quello che stava per fare fosse la miglior cosa al mondo. Come se non gli fosse mai venuta idea migliore, rispetto a quella di marinare la scuola quel giorno insieme a quella ragazza di cui non conosceva nemmeno il nome. Sembrava davvero che ormai nessuno avrebbe potuto fermarli, e forse era davvero così, visto che lui personalmente non aveva intenzione di farsi mettere paletti tra le ruote da nessuno.
Sorrise divertito, vedendo che la ragazza indossava i suoi occhiali con fare disinvolto. Probabilmente lui aveva ragione: quella ragazza non aveva idea di quello che stava facendo, non aveva mai fatto qualcosa del genere. E, chissà per quale assurdo motivo, quell'idea gli piaceva molto.
«Dove lei vuole, miss... non ho idea di quale sia il suo nome» rispose, tenendo lo sguardo fisso sul portone d'entrata a pochi metri da loro. Pochi metri e la libertà.
I due ragazzi camminavano verso la libertà, le loro spalle si sfioravano appena e pochi secondi dopo erano liberi. Addio noia, addio routine. Addio e a presto.
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uhm.. se vuoi apriamo in spiaggia xD
altrimenti negozi?
 
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cigarette'
view post Posted on 5/6/2010, 14:53




O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
Mancavano solo pochi centimetri, e saremmo stati liberi. Liberi da tutto, dalla scuola, dalla famiglia, da qualsiasi tipo di problema.
L’adrenalina iniziava a scorrere nelle vene, sempre più veloce, sempre più intensamente. Ero estasiata, felice. Non avevo la minima idea di quello che avrei fatto, ma la cosa era sempre più eccitante. Oddio, Rain. Mandai al diavolo anche quella vocina che non mi aveva abbandonata, non appena iniziai a conversare con l'estraneo. Probabilmente era diverso da me, e si aspettava qualcosa di più, ma per ora non m'importava di nulla. Volevo solo uscire da quella maledetta scuola che mi aveva resa rigida, fredda e severa.
«Rain, è il mio nome.» risposi, in un sussurro, non appena le nostre spalle si sfiorarono. Non avevo notato il suo odore, e profumava di buono, sì. Era davvero bello, e dovevo ringraziare solo lui, perchè mi aveva portato fuori di lì, perchè mi aveva convinta solamente con il suo sguardo di ghiaccio. Incrociai i suoi occhi verdi, e avvampai un'altra volta. Dovevo smettere di guardarlo.
«E se andassimo in spiaggia? Tu, invece come ti chiami?» accennai, con un lieve sorriso. Non avevo il costume, e non me ne importava un accidente.

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santapace‚
view post Posted on 5/6/2010, 23:05




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Rain... che nome buffo. Pioggia. Non amava la pioggia. Il sole era decisamete meglio, anche se a volte non disprezzava nemmeno un temporale. Dipende dall'umore, no? Oppure l'umore dipente dal tempo? Oh, beh, lui non era così lunatico.
Uscirono dalla scuola. Un passo e tanto significato. A volte in piccoli gesti, che agli occhi altrui sembravano un nulla o la normalità, c'era del significato molto più grande di quello che poteva sembrare. Ma in fondo, gli occhi della gente, vedono ma non osservano. Le bocche parlano senza sapere e tu, Hreeu, avevi imparato a sentire e non ascoltare. Era più semplice di quanto sembrasse.
«Eric, mi chiamo Eric» mentì, rispondendo alla domanda della ragazza. In fondo, per quale motivo doveva conoscere il suo vero nome? Un sorriso sghembo gli si stampò sul visto. Odioso sorriso, che compariva sul suo volto anche nei momenti meno opportuni. Falso, ironico e soprattutto irritante.
«E che spiaggia sia» disse poi, incontrando lo sguardo della ragazza.
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apri tu in spiaggia?
 
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cigarette'
view post Posted on 6/6/2010, 13:28




Continua dalla spiaggia.
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va bene <3
 
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14 replies since 2/6/2010, 13:58   379 views
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